Stefania Forciniti, PhD

Qual é stata la tua formazione?

Ho iniziato il mio percorso nella “scienza” come studente bachelor nel 2008. Scienza significa conoscenza e il mondo della scienza mi ha sempre incredibilmente affascinato e per questo ho scelto di studiare Biologia, ottenendo la Laurea Magistrale presso l’Università degli Studi di Bari nel 2014. Successivamente, ho conseguito il Dottorato di Ricerca in Medicina Biomolecolare presso l’Università degli Studi di Verona nel 2017. Durante questi anni, ho studiato le basi molecolari della progressione del tumore del pancreas, concentrandomi sulla caratterizzazione della biologia delle cellule staminali del tumore del pancreas. Da marzo a settembre 2017 sono entrata a far parte del laboratorio di “Stem Cell in Cancer & Aging” guidato dal Prof. Christopher Heeschen presso il Barts Cancer Institute (BCI, Londra, UK), dove ho continuato a studiare l’effetto di nuove strategie terapeutiche su cellule staminali del tumore del pancreas derivate dal paziente. A settembre 2019, ho iniziato una borsa di studio post-dottorato sotto il supervisore del Dr. Luigi Laghi presso il Centro Clinico e di Ricerca Humanitas di Milano (IT) dove ho condotto un’attività di ricerca traslazionale focalizzata sulla genotipizzazione delle varianti genetiche come modificatori della tumore progressione del pancreas e sul loro coinvolgimento nella risposta immunitaria dell’ospite. Da settembre 2020 ho avviato una prestigiosa borsa di studio post-dottorato fondata dall’ERC presso l’Istituto di Nanotecnologie del CNR (CNR NANOTEC) sotto la supervisione della Dott.ssa Loretta del Mercato.

Perche’ hai scelto di fare ricerca sul tumore al pancreas?

Ho iniziato per caso quando il mio relatore di tesi mi ha incoraggiato a lavorare su modelli 3D in vitro del tumore al pancreas, una delle neoplasie più aggressive e difficili da trattare. Da quel momento mi sono reso conto che ci sono meccanismi poco conosciuti che guidano questa malattia e che devono essere chiariti per identificare possibili strategie di trattamento. Per questo motivo ho deciso di lavorare ogni giorno con tenacia e costanza per conoscere meglio questo “killer silenzioso” e poter dare ai pazienti la speranza di combattere insieme.

Di cosa si occupa la tua ricerca?

Il mio progetto di ricerca fa parte del prestigioso progetto ERC-Starting Grant INTERCELLMED (Sensing CELL-cell INTERaction heterogeneity in 3D tumor models: verso precision MEDicine).
Sto lavorando allo sviluppo di sistemi di coltura 3D in vivo-like che imitano il microambiente del tumore pancreatico accoppiato con particelle di rilevamento per misurare la concentrazione intracellulare ed extracellulare di analiti biologici chiave (cioè pH, ossigeno, K+). Attraverso immagini dal vivo e analisi computazionali studiamo le interazioni tumore-stroma e quantifichiamo l’efficacia dei farmaci.

Quali sono le prospettive future e l’impatto del tuo lavoro?

I nostri sistemi di coltura in vitro 3D progettati con particelle sensoriali verranno utilizzati per la coltura di cellule tumorali derivate dal paziente e per valutare la loro risposta a diversi farmaci antitumorali.
Questo approccio è orientato alla medicina di precisione e rappresenta un modello predittivo della risposta dei pazienti ai trattamenti personalizzati.

Perché è importante fare parte di IPCC?

Far parte della Comunità Italiana Tumori del Pancreas è una grande opportunità che permette di incontrare e interagire con ricercatori nazionali e internazionali che, come me, si occupano di tumore al pancreas. Il nostro è un lavoro di squadra, quindi la promozione di collaborazioni e lo scambio di punti di vista è fondamentale per far progredire le conoscenze su questa malattia.

Quando non sei in laboratorio, cosa ti piace fare?

Nel tempo libero amo passeggiare e visitare posti nuovi. Mi piace cucinare, soprattutto fare le torte. Amo fare shopping, mi rilassa molto!